Con un “Avallo – Internet” di Rousseau, via libera alle “Istituzioni Demo-RepubbliKane”

Il "si" su Roussou: messa in crisi della democrazia

Redazione
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La piattaforma Rousseau ha decretato un  pieno SI:  i Grillini hanno approvato il Governo Conte bis con quasi l’80% dei voti a favore. Si aggira così l’ostacolo di un precedente spiacevole nella prassi costituzionale, che prevede sia Presidente della Repubblica, previa consultazione dei maggiori esponenti dei gruppi parlamentari, ad individuare una figura rappresentativa della maggioranza parlamentare che possa ricoprire la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.

Un delicato iter che ai sensi dell’art 92 della Costituzione determina la nomina del Capo del Governo e dei relativi Ministri, nominati dal Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, e che in tal modo sarebbe stato messo in crisi da un eventuale NO decretato dalla suddetta piattaforma.

Seppur scongiurato il pericolo di quello che sarebbe stato un vero e proprio attentato alla Costituzione, permane quello stato d’ incertezza che ormai nei nostri tempi è “una costante”. Nonostante nei fatti non si sia concretizzato l’evento scatenante, che indubbiamente avrebbe sconvolto il nostro sistema costituzionale, a realizzarsi è stato l’azzardo, e questo, a mio avviso, è una preoccupazione più che reale.
Ad essere messa in dubbio è stata l’autorità del Capo dello Stato che la carta costituzionale considera il simbolo vivente dell’unità della Repubblica, e da ciò traspare una concezione equivoca che il corpo elettorale e alcuni dei suoi rappresentanti hanno delle istituzioni parlamentari. Un pericolo mancato, dunque, ma che cela dietro di sé un mostro, quello del populismo, uno spettro che accompagna la nostra politica e che la rende servile e imponente di fronte al placet degli elettori.

Un problema non da nulla, in quanto lesivo dell’ indipendenza dei Deputati e Senatori che, come previsto dall’art. 67,  ” rappresentano la Nazione ed esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato”, ponendoli così svincolati dalle “catene” degli elettori e dei partiti. Una situazione tutt’altro che piacevole e che imporrebbe un’attenta analisi da parte del Presidente Mattarella il quale, in forza della sua autorità e indipendenza, dovrebbe duramente ammonire una simile condotta, impedendo la formazione di un Governo alle cui base viene posta una amara realtà: l’incapacità di designare liberamente e autonomamente gli italiani che rappresenta.

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